News » ANCHE ANCHE IN OLANDA VERSTAPPEN E' UN MISSILE, PER LA FERRARI SOLTANTO UN PODIO AMARO
Ha ragione Verstappen a gioire e ridere felice: il Mondiale è già in bacheca, anche se manca ancora il sigillo matematico. Trentesima vittoria, comunque, per il pilota della Red Bull, davanti alla folla dei suoi tifosi impazziti, la decima stagionale e soprattutto una prestazione maiuscola. A conferma del suo talento e della rabbia che ci mette in pista, rendendo ridicole le affermazioni di chi sosteneva che avrebbe disputato il GP d’Olanda pensando ai punti. La verità è che Max ha la velocità nelle vene e vuole sempre, riuscendoci, essere il più veloce. Fra l’altro questi successi, rendendolo una volta di più amato e popolare, lo fanno - a quanto sembra - anche più ricco. Ricchi premi dalla squadra e dagli sponsor, considerando che suo padre l’ex pilota Jos, ha fondato da tempo un’agenzia che gestisce (viaggi, eventuali hotel e biglietti per le gare) le decine di migliaia di fans che seguono suo figlio.
Detto questo, vista la corsa, bisogna anche dire che Verstappen è stato anche un po’ fortunato, perché l’incomprensibile comportamento di Tsunoda, che si era fermato per cambiare gli pneumatici, poi è rimasto fermo in pista denunciando di pensare di avere una ruota staccata. Il giapponese è ripartito senza apparenti problemi, ma forse si era slacciato le cinture di sicurezza. Altra sosta per sistemarle e poi bloccato in pista per un problema non identificato. Con una decisione discutibile la direzione corsa ha attivato la virtual safety car, per cui Verstappen che era al comando ha potuto sfruttare un cambio di gomme con tempo di sosta dimezzato.
Un vantaggio per Max, ma non ce n’era proprio bisogno. Dispone di una vettura che è un missile. E’ vero che fa una gran differenza con il compagno di squadra Perez, però se riguardiamo i sorpassi effettuati dall’olandese, certamente si capisce che la RB 18 che guida ha un’efficienza aerodinamica superiore a quella di tutti i rivali. E non dimentichiamo il motore Honda gestito dal team, con il supporto di tecnici giapponesi, garantisce grande elasticità e potenza. E’ stato l’unico concorrente a superare chi gli stava davanti al primo colpo, appena lo ha voluto. E alla ripartenza a 11 giri dal termine dietro la safety car (il cui intervento è stato causato dall’Alfa Romeo di Bottas ferma in pista per un problema di motore) ha lasciato Hamilton con un palmo di naso, fra l’altro arrabbiatissimo perché la Mercedes ha sbagliato nell’ultimo pit stop montando le gomme morbide a Russel e le medie al compagno di squadra inglese.
Il risultato vede un bravissimo Russel in seconda posizione, Leclerc terzo sul podio, dopo un sorpasso ancora sul povero Hamilton, relegato al quarto posto, poi Perez, a seguire un Alonso sempre da spettacolo alla guida dell’Alpine, sesto. Quindi Norris con la McLaren e Sainz ottavo al volante della seconda Ferrari, abbacchiato e scuro in volto. Lo spagnolo sarebbe stato quinto che non fosse stato penalizzato di 5 secondi per aver lasciato la piazzola dei box al cambio gomme ostacolando l’ Alpine dello spagnolo. Una punizione troppo severa visto che la pit-line era intasata di monoposto al rientro. Comunque eventualmente se c’era una colpa, al massimo si poteva multare la squadra.
La Ferrari non ne aveva proprio necessità, visto che comunque anche in questa gara, non con le modestissime prestazioni di Spa, la F1-75 ha comunque mostrato i suoi limiti. «Non avevo il passo - ha spiegato Sainz -. Non credo che l’urto con la Mercedes di Hamilton al via abbia danneggiato la mia vettura. Comunque non abbiamo potuto sfruttare bene le gomme, neppure le morbide. La mia Ferrari è un po’ sovrappeso rispetto a quella di Charles, dovremmo montare il nuovo motore. Ma se sarà a Monza, verrò penalizzato». Leclerc è stato molto sincero: «La vittoria non era alla nostra portata ed è questo che mi importa. Dobbiamo lavorare per tornare al top in gara. Il podio come speranza per Monza? No, il podio è amaro. Io voglio vincere. Certo, dopo le ultime otto gare in cui c’è sempre stato qualcosa che mi ha buttato fuori dalla top-3 questo risultato un piccolo sorriso lo dà, ma c’è ancora tanta strada da fare perché io voglio vincere».
Ma quali sono i problemi della «Rossa»? E’ evidente che con il cambio delle regole a partire dal Belgio per eliminare i saltellamenti Red Bull e Mercedes hanno fatto grandi progressi. La Ferrari che volava nelle primissime gare ora sembra essere diventata la terza forza superata anche dal team tedesco. Con la pista calda o con il freddo, poco cambia, la F1-75 non entra mai nella finestra giusta per usare al meglio le gomme. Ma c’è anche un problema con strategie e soste ai box. La Mercedes è riuscita a sostituire gli pneumatici quasi contemporaneamente a entrambi i suoi piloti. Al pit stop improvviso di Sainz, i meccanici non erano pronti, mancava una ruota posteriore: oltre 10 secondi di sosta. Ora si va a Monza, domenica prossima, ma senza troppe speranze.
Cristiano Chiavegato